domenica 4 maggio 2014

Eravamo 4 amici al bar...

"Eravamo 4 amici al bar", così recita una famosa canzone di Gino Paoli. Anche il progetto "il mio respiro per chi è rimasto senza" è nato in un bar, in un incontro tra quelli che solo successivamente sarebbero diventati amici. Eravamo effettivamente in 4: io, Vittorio, Annalena e Luisa, ed era la prima volta che ci incontravamo, perché fino a quel momento avevamo solo comunicato via mail.
   
Gli amici di Gino Paoli volevano "cambiare il mondo", certamente un grande obiettivo. Noi non volevamo cambiare il mondo, ma "cambiare la vita di tante persone" che lottano contro una malattia carogna. Il nostro progetto era quello di coinvolgere il mondo della corsa in questa lotta, ma in quel momento, questo obiettivo era poco più di un sogno.
  
Oggi, durante la Tibur Eco Maratona, vedendo tanti riferimenti a questa "lotta senza quartiere" contro l'Ipertensione Polmonare, guardando gli atleti che arrivavano al traguardo indossare la maglietta che celebrava la "giornata mondiale della lotta all'Ipertensione Polmonare", incontrando tanti amici dell'AMIP alla partenza, e poi ancora sul percorso, e infine all'arrivo, ho capito che quei "4 amici al bar" avevano fatto dei passi da gigante e nella direzione giusta. 
  
Sì, "eravamo 4 amici al bar", mentre adesso siamo tantissimi amici che si incontrano sui "campi di gara" per dare visibilità a questa malattia rara, perché l'informazione è la prima forma di lotta contro questa malattia, perché l'informazione può salvare concretamente la vita a delle persone. Perché "insieme si può".
  
E se oggi siamo così tanti lo dobbiamo ai podisti che hanno saputo sognare insieme a noi, lo dobbiamo agli atleti della Podistica Solidarietà e della Tibur Eco Trail, ma lo dobbiamo anche a due personaggi fantastici: Massimiliano Rossini e Serena Latini, che oggi hanno realizzato un loro sogno, quello di abbinare alla Tibur Eco Trail di 21 km, la Tibur Eco Maratona di 42 km, un abbinamento riuscitissimo per un evento che si è rivelato eccezionale.
  
Purtroppo oggi le mie condizioni fisiche non mi hanno permesso di conquistare l'ambito traguardo della 42K, e mi sono dovuto "accontentare" di 21 km fatti nel ruolo della "scopa", camminando per gran parte del percorso. Ma il sogno è solo rimandato, perché prima o poi questa gara sarà mia.
  
Oggi la mia gara è stata pura sofferenza, e questo mi ha permesso di sentirmi ancora più vicino alle problematiche di chi convive ogni giorno con una malattia che ti limita nei movimenti. Ho avuto più volte il pensiero di ritirarmi, soprattutto quando la mia caviglia ha lanciato chiari messaggi di ribellione. Ma non potevo farlo. Lo dovevo all'AMIP, ai malati di Ipertensione Polmonare, e anche a Giorgia, che combatte la sua battaglia con grande forza d'animo. Prima della partenza ho ricevuto un suo dono: il libro "A sinistra del cuore" scritto proprio da lei. Oggi non mi avrebbe fermato neanche un "carroarmato"...dovevo arrivare!
   
Arrivando spero di aver anche onorato Max e Serena, che oggi hanno dato "il fritto" per realizzare il loro sogno e regalare a tutti noi una grande giornata di sport e solidarietà.

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